Resistenza agli antibiotici: le alternative agli antibiotici sono possibili

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 (Immagine: Pixabay CC0)
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I ricercatori dell’EPFL stanno lavorando a un approccio innovativo per combattere il flagello della resistenza agli antibiotici.

"Le infezioni resistenti agli antibiotici sono responsabili di oltre un milione di morti ogni anno, tra cui 250.000 bambini sotto i cinque anni", spiega Alexandre Persat, professore a capo del Laboratorio di Meccanica Microbica dell’EPFL. "Per il momento, siamo molto poco attrezzati per combattere questo flagello", continua. La situazione è già catastrofica e, se non troviamo rapidamente delle soluzioni, non potrà che peggiorare".

Una classe di batteri molto problematica

I cosiddetti batteri multiresistenti sono la causa di molti decessi dovuti a infezioni nosocomiali (infezioni contratte durante la permanenza in una struttura sanitaria). "L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha chiesto lo sviluppo di nuovi farmaci e ha specificamente elencato lo Pseudomonas aeruginosa come patogeno critico", spiega il professore.

È proprio questo l’agente patogeno su cui sta facendo ricerca. Lo Pseudomonas causa infezioni devastanti nei pazienti immunocompromessi e nei soggetti affetti da fibrosi cistica (incidenza del 70%) e rappresenta il 15% delle infezioni ospedaliere. "La colistina è l’antibiotico di ultima istanza per il trattamento delle infezioni da Pseudomonas. In alcuni casi è già inefficace. Questi pazienti non hanno quindi alcuna speranza di guarigione", avverte.

Un approccio innovativo basato sulla meccanica

L’emergere di agenti patogeni resistenti agli antibiotici è un problema di salute globale. È influenzata da molti fattori, come l’uso eccessivo di antibiotici in agricoltura. "La ricerca di base ha un ruolo importante da svolgere per risolvere questo problema, perché da sola può aiutarci a identificare alcuni talloni d’Achille dei batteri che costituirebbero bersagli per nuovi trattamenti", osserva Alexandre Persat. Il suo laboratorio sta studiando un aspetto finora trascurato dei patogeni: il loro senso del tatto. Il team ha dimostrato che lo Pseudomonas aeruginosa diventa più virulento quando si attacca a una superficie.

In un recente studio pubblicato su The EMBO Journal, i ricercatori hanno identificato i precisi meccanismi molecolari che permettono a questa classe di batteri di percepire meccanicamente le superfici. "Questo meccanismo di stimolazione attraverso il contatto con una superficie sembra giocare un ruolo importante nella progressione dell’infezione, ma anche nella sensibilità agli antibiotici", rivela Alexandre Persat. "Le superfici morbide, come quelle dei nostri polmoni, stimolano quindi la formazione di biofilm, che sono siti favorevoli alla resistenza agli antibiotici, come dimostrano i risultati della nostra ricerca, pubblicati anche sulla rivista dell’American Society for Microbiology ", aggiunge. Grazie a questi nuovi dati, possiamo ora immaginare nuove strategie per combattere le infezioni da Pseudomonas".

Disattivare i batteri per contrastare le infezioni

Per combattere gli agenti patogeni resistenti, è importante trovare nuove classi di antibiotici. Ma questo approccio è limitato, perché prima o poi i batteri si evolveranno diventando resistenti e continueranno a diffondersi, creando nuove infezioni. Il secondo approccio, adottato dal professor Persat, non è quello di uccidere i batteri, ma di disattivarli utilizzando una nuova classe di molecole chiamate anti-virulenti che rendono il patogeno incapace di infettare senza ucciderlo.