L’abolizione dell’ora legale è un argomento spesso e volentieri dibattuto. Spesso si prende in considerazione solo l’aspetto del consumo di elettricità dovuto all’illuminazione artificiale. In un nuovo studio, i ricercatori dell’Empa hanno analizzato se il cambio dell’ora influisce anche sul fabbisogno di energia per il riscaldamento e il raffreddamento degli edifici adibiti a ufficio e quale sia il ruolo dei cambiamenti climatici in questo contesto. Il risultato dovrebbe rendere felici gli amici dell’ora legale.
Il prossimo fine settimana gli orologi saranno spostati avanti di un’ora. Con l’inizio dell’ora legale, come ogni anno, si discute se il cambio dell’ora debba essere abolito o meno, sia nel mondo politico che nella società in generale. Gli oppositori sostengono che il cambio dell’ora ha effetti negativi sulla salute, come i disturbi del sonno. I sostenitori, invece, sostengono spesso che fa risparmiare energia elettrica. Quando la sera c’è un’ora di luce in più, c’è meno bisogno di luce artificiale. "Questa era l’intenzione originaria dell’introduzione del cambio dell’ora. Dal nostro punto di vista, tuttavia, ha senso considerare non solo l’influenza sul risparmio di elettricità nell’illuminazione, ma anche sul consumo energetico complessivo di un edificio", spiega Sven Eggimann. Insieme al collega Massimo Fiorentini e ad altri ricercatori del laboratorio "Sistemi energetici urbani" dell’Empa, ha quindi studiato se e come il cambio dell’ora influisce sul consumo energetico per il riscaldamento e il raffreddamento.
Andare a casa prima fa risparmiare energia
L’ipotesi di base del team di ricerca era che, a causa del cambio dell’ora in estate, gli impiegati arrivano in ufficio un’ora prima e quindi escono anche prima nel pomeriggio. Poiché la maggior parte dell’energia di raffreddamento viene prodotta nel tardo pomeriggio, è possibile risparmiare energia - supponendo che quando l’ufficio è vuoto, l’aria condizionata possa essere ridotta o completamente spenta. Dato che gli edifici stanno diventando sempre più intelligenti, questo sarebbe relativamente facile da realizzare in futuro. Per verificare questa ipotesi, i ricercatori hanno simulato il consumo di energia per il riscaldamento e il raffreddamento con e senza l’ora legale per diverse regioni climatiche, basandosi sui dati di diversi edifici adibiti a uffici in 15 città statunitensi. Hanno preso in considerazione non solo il clima attuale, ma anche gli scenari climatici futuri fino al 2050, per incorporare l’influenza del cambiamento climatico. Si tratta di un aspetto essenziale, poiché i cambiamenti climatici hanno un’enorme influenza sul consumo energetico degli edifici. In un altro studio, ad esempio, i ricercatori dell’Empa hanno scoperto che, a causa dei cambiamenti climatici, in futuro la Svizzera potrebbe avere lo stesso fabbisogno di energia per il raffreddamento e per il riscaldamento.
I risultati del nuovo studio tracciano un quadro che dovrebbe far piacere ai sostenitori dell’ora legale. "Il passaggio all’ora legale può ridurre l’energia di raffreddamento di un edificio per uffici fino al sei per cento. Allo stesso tempo, il fabbisogno di riscaldamento può aumentare fino al 4,4% a causa dell’inizio anticipato del lavoro al mattino. Ma poiché in estate si consuma molta più energia per il raffreddamento che per il riscaldamento, il cambio di orario ha un’influenza positiva sul bilancio energetico complessivo di un edificio", riassume Massimo Fiorentini. Sebbene i risparmi energetici varino a seconda degli scenari climatici e delle zone climatiche - il risparmio energetico totale massimo è stato del 3% - sono positivi ovunque. Sebbene questo risultato si applichi solo agli edifici adibiti a uffici negli Stati Uniti, fornisce informazioni preziose anche per la Svizzera, poiché le condizioni climatiche sono comparabili per diverse zone climatiche simulate.
Contributo alla protezione del clima
"Il nostro studio dimostra che il cambio di orario può contribuire alla protezione del clima. Quando si discute dell’abolizione dell’ora legale, i responsabili politici dovrebbero quindi prendere in considerazione non solo il risparmio di elettricità sull’illuminazione artificiale, ma anche l’influenza sul bilancio energetico degli edifici per uffici nel loro complesso", spiega Sven Eggimann. Allo stesso tempo, i ricercatori sottolineano che il cambio dell’ora è solo una delle tante possibilità per influenzare il consumo energetico di un edificio per uffici. Anche le migliorie apportate all’edificio, i cambiamenti di comportamento o un generale adeguamento degli orari di lavoro possono contribuire al risparmio energetico e quindi alla riduzione delle emissioni di CO2, indipendentemente dal fatto che per farlo sia necessario o meno cambiare gli orologi.