Più invecchiamo, meno le nostre cellule sono in grado di "ripulire" i rifiuti che producono. Questa degenerazione ha gravi conseguenze, poiché può portare a infiammazioni e disfunzioni in tutto il corpo. Un team di scienziati dell’Università di Friburgo ha appena dimostrato che un trattamento farmacologico specifico può porre rimedio a questa situazione stimolando un meccanismo chiamato mitofagia.
Ciascuno dei nostri miliardi di cellule produce rifiuti che, come tutti i rifiuti, devono essere riciclati. Il problema è che l’efficienza del nostro sistema di pulizia intracellulare, chiamato autofagia, diminuisce con l’età. Le conseguenze sono particolarmente evidenti nei neuroni, dove i rifiuti si accumulano, causando infiammazioni croniche e la morte dei neuroni. Uno studio condotto da Patricia Boya dell’Unifr, in collaborazione con il Centro di Ricerca Biologica Margarita Salas (CIB-CSIC) in Spagna, ha cercato di verificare se, nonostante l’invecchiamento, le nostre cellule conservino un altro tipo di autofagia più specifico, chiamato mitofagia, specializzato nella manutenzione e nel riciclaggio dei mitocondri, le centrali energetiche delle nostre cellule. Se necessario, questo meccanismo potrebbe essere utilizzato per mitigare gli effetti deleteri del declino dell’autofagia globale.
Miglioramento della funzione cognitiva
Studiando popolazioni di topi, gli scienziati sono stati in grado di dimostrare, utilizzando un sistema di etichettatura fluorescente, che la mitofagia rimane stabile o addirittura aumenta durante il processo di invecchiamento, in tutti gli organi. Abbiamo ipotizzato che si trattasse di una strategia cellulare volta a prevenire la propagazione del DNA mitocondriale nel citosol, il liquido che riempie l’interno delle cellule", spiega Patricia Boya. È proprio questa perdita a scatenare una reazione di difesa e quindi l’infiammazione.
Per verificare questa ipotesi, gli scienziati del Laboratorio di Autofagia dell’Università di Friburgo hanno somministrato ai topi anziani l’urolitina A, una sostanza nota per la sua capacità di innescare la mitofagia: "Volevamo vedere se potevamo stimolare questo meccanismo in questo modo e quindi incoraggiare artificialmente le cellule a ripulirsi".
Risultati promettenti
E in effetti, i roditori che hanno ricevuto il farmaco presentavano livelli di infiammazione più bassi alla fine del trattamento, con conseguente miglioramento delle funzioni cognitive, visive e motorie. L’esperimento è stato riprodotto con successo in colture cellulari di donatori umani anziani, dimostrando che il fenomeno può essere conservato tra le specie. Questi risultati suggeriscono che potrebbe essere possibile ridurre la neuroinfiammazione legata all’età stimolando la mitofagia. Il vantaggio di questa strategia è che non altera la fisiologia del sistema immunitario e non ha alcun effetto immunosoppressivo.
La mitofagia frena l’attivazione citosolica mtDNA-dipendente dell’infiammazione cGAS/STING durante l’invecchiamento , Nature Communications