L’espansione dei terreni agricoli mette a rischio il clima e la biodiversità

 (Immagine: Pixabay CC0)
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Cibo, mangimi, fibre e bioenergia: la domanda di materie prime agricole è in aumento. Come si può conciliare l’aumento dei terreni coltivabili con la conservazione della natura? I ricercatori dell’Università di Basilea hanno sviluppato un modello di utilizzo del suolo che fornisce una risposta.

Entro il 2030, la superficie coltivabile mondiale si espanderà del 3,6% e la produzione agricola globale aumenterà del 2%. È quanto prevedono l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO) e l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE).

Un team di ricerca interdisciplinare guidato da Florian Zabel e Ruth Delzeit del Dipartimento di Scienze Ambientali dell’Università di Basilea ha analizzato quali sono le aree del mondo più colpite dalla futura espansione agricola. I risultati dello studio sono stati pubblicati sulla rivista scientifica "Nature Sustainability".

Maggiore produzione, più gas serra

I ricercatori hanno sviluppato un modello di utilizzo del suolo che ha identificato le aree più redditizie a livello mondiale per la futura espansione agricola. Il modello tiene conto di criteri socio-economici e agro-ecologici. I ricercatori hanno poi valutato l’impatto economico ed ecologico che un cambiamento nell’uso del suolo avrebbe su queste aree. Si prevede che in futuro emergeranno nuove aree agricole, in particolare ai tropici, dove esiste ancora un grande potenziale di aumento della produzione agricola nonostante i cambiamenti climatici.

Tuttavia, poiché i terreni coltivabili immagazzinano molto meno carbonio rispetto alla vegetazione originaria, secondo lo studio i cambiamenti di destinazione d’uso dei terreni rilascerebbero circa 17 gigatonnellate di CO2 a lungo termine. Si tratta di quasi la metà delle attuali emissioni annuali di CO2 a livello mondiale. Nelle aree interessate dal cambiamento di destinazione d’uso dei terreni, ciò porterebbe anche a un calo del 26% della biodiversità. L’espansione dei terreni agricoli sarebbe quindi uno sviluppo preoccupante, soprattutto per la protezione del clima globale e gli sforzi per preservare la biodiversità", afferma il co-leader dello studio Florian Zabel.

La conservazione della natura è utile anche dal punto di vista economico

Alla luce degli ultimi sforzi politici per proteggere la natura, le foreste e la biodiversità a livello globale, i ricercatori hanno anche valutato gli effetti di vari scenari di una politica globale di conservazione della natura e le relative conseguenze. Ciò ha dimostrato che le misure di conservazione della natura possono anche avere effetti collaterali indesiderati: Se la legge impedisce ai terreni agricoli di espandersi nelle foreste, nelle zone umide e nelle aree protette esistenti, l’espansione dell’agricoltura si sposta prevalentemente verso i pascoli. Questo può a sua volta avere un effetto negativo sulla biodiversità locale, dato che i pascoli hanno generalmente una diversità maggiore rispetto ad altre aree.

D’altra parte, può anche essere economicamente vantaggioso mantenere la conservazione della natura, perché: ’Contrariamente alle nostre aspettative, la conservazione di foreste, zone umide e aree protette esistenti non ha praticamente alcun impatto sul prodotto interno lordo delle regioni interessate. Anche la produzione agricola globale ne risulta solo leggermente ridotta. In compenso, però, le emissioni di gas serra derivanti dall’espansione si riducono notevolmente", afferma l’autrice principale Julia Schneider dell’Università Ludwig Maximilian di Monaco. Questa scoperta è particolarmente rilevante nel contesto della sicurezza alimentare globale: Dimostra che i compromessi tra la fornitura di beni agricoli e la protezione dell’ambiente possono essere ridotti".

Una migliore pianificazione delle aree protette

Lo studio fornisce un contributo prezioso per rispondere alla domanda su quali aree siano particolarmente degne di essere protette. Nell’Accordo sulla biodiversità di Kunming-Montreal, la comunità internazionale si è posta l’obiettivo di proteggere il 30% della superficie terrestre globale entro il 2030.

Lo studio attuale identifica le regioni che saranno particolarmente minacciate in futuro e mostra il potenziale impatto dell’espansione agricola sull’economia e sull’ambiente. Questo permette di pianificare le aree protette in modo da ottenere il più ampio impatto possibile sul maggior numero di obiettivi, come la protezione del clima e della biodiversità, tenendo allo stesso tempo conto degli interessi economici", afferma Florian Zabel.

Pubblicazione originale

Julia M. Schneider et al.
Effetti dell’espansione delle terre coltivate guidata dal profitto e delle politiche di conservazione.
Nature Sustainability (2024), doi: 10.1038/s41893’024 -01410-x