Un team dell’Università di Ginevra ha dimostrato che la nostra capacità di produrre l’"ormone della felicità" non è correlata a una maggiore vulnerabilità alle droghe.
Perché alcune persone che assumono droghe sviluppano una dipendenza e altre no? È una domanda che ha incuriosito gli scienziati per molti anni. Un team dell’Università di Ginevra ha esplorato la complessa interazione tra i tratti della personalità e la chimica del cervello. In particolare, ha studiato l’influenza dell’impulsività e della produzione di dopamina, comunemente nota come "ormone della felicità", sul rischio di abuso di cocaina. Questi risultati, pubblicati su eNeuro, offrono nuove chiavi di lettura della vulnerabilità all’abuso di droga. Potrebbero portare allo sviluppo di interventi più mirati per le persone a rischio.
Quando una persona fa uso di una droga che crea dipendenza, il rilascio di dopamina aumenta, creando una sensazione di euforia. Con l’uso ripetuto, questo rilascio di dopamina diminuisce, aumentando potenzialmente il consumo della persona per tornare a questo stato. Questo meccanismo varia da un individuo all’altro: alcune persone mostrano una maggiore propensione al consumo di droghe rispetto ad altre. Tuttavia, le ragioni di queste differenze non sono note.
La cocaina non influisce sulla capacità di produzione di dopamina
In un recente studio, un team dell’Università di Ginevra ha esplorato la complessa interazione tra vari comportamenti impulsivi, la produzione di dopamina e l’uso di droghe, in particolare la cocaina. Una personalità impulsiva è più incline all’abuso di droghe? Produce più o meno dopamina? Per scoprirlo, gli scienziati hanno studiato due gruppi di topi, uno composto da individui altamente impulsivi, l’altro da individui meno impulsivi. Questi animali sono stati addestrati ad autosomministrarsi cocaina a una dose tale da innescare neuroadattamenti dopaminergici, senza che la loro salute ne risentisse.
Gli scienziati hanno prima addestrato gli animali a un gioco d’azzardo progettato per misurare due comportamenti impulsivi: l’azione impulsiva - l’incapacità di controllare le azioni automatiche - e il processo decisionale rischioso - l’accettazione di un rischio maggiore quando si prende una decisione. Gli scienziati hanno poi misurato il livello di produzione di dopamina con una tecnica di neuroimmagine non invasiva, prima e dopo l’assunzione di cocaina, in entrambi i gruppi di ratti. Il team ha scoperto che le azioni impulsive, ma non il processo decisionale rischioso, prevedevano un maggior numero di iniezioni di cocaina e un consumo più rapido.
Tuttavia, abbiamo osservato che non vi erano differenze nella capacità di produrre dopamina tra animali altamente impulsivi e meno impulsivi. In altre parole, l’impulsività e la vulnerabilità all’abuso di cocaina non sono legate alla produzione di dopamina, ma ai meccanismi che ne controllano il rilascio", spiega Ginna Paola Urueña-Méndez, dottoranda presso il Dipartimento di Psichiatria e il Dipartimento di Neuroscienze di Base della Facoltà di Medicina dell’Università di Ginevra e prima autrice dello studio.
Il team ha poi valutato il consumo ripetuto di cocaina e il suo impatto sui livelli di dopamina nei due gruppi di roditori. Finora è stata accettata l’idea che il consumo regolare di cocaina possa ridurre la capacità di produrre dopamina. I nostri risultati contraddicono questa ipotesi, poiché entrambe le popolazioni di topi hanno mantenuto la stessa capacità di produrre dopamina, nonostante il consumo cronico", spiega Nathalie Ginovart, professore associato presso il Dipartimento di Psichiatria e il Dipartimento di Neuroscienze di base della Facoltà di Medicina dell’Università di Ginevra, che ha guidato questa ricerca.
Verso l’identificazione di altri meccanismi
Questi risultati suggeriscono che la produzione di dopamina non è probabilmente il motore principale dell’impulsività o della vulnerabilità all’uso di cocaina. Inoltre, contraddicono l’ipotesi che l’uso di cocaina possa ridurre direttamente la capacità di produrre dopamina.
Questo lavoro rappresenta un progresso significativo nella ricerca sulle tossicodipendenze. Apre la strada all’esplorazione di altri meccanismi che potrebbero spiegare la vulnerabilità alle droghe. Questa variazione nella vulnerabilità potrebbe essere legata alla reattività relativa dei neuroni dopaminergici, in modo che certi stimoli, comprese le droghe, siano più salienti negli animali più impulsivi", affermano i ricercatori. Il team sta attualmente proseguendo il suo lavoro per valutare come i meccanismi che controllano la reattività dei neuroni dopaminergici influenzino la vulnerabilità all’abuso di droghe.