Un team di ricerca guidato dall’Inselspital, dall’Ospedale Universitario di Berna e dall’Università di Berna ha dimostrato che un’alta percentuale di calcoli renali viene espulsa senza sintomi. Questa scoperta dovrebbe essere incorporata nel futuro trattamento dei pazienti con calcoli renali ricorrenti.
I calcoli renali sono causati dall’accumulo di minerali e sali nei reni e possono provocare forti dolori durante il passaggio attraverso le vie urinarie. L’incidenza dei calcoli renali è aumentata notevolmente negli ultimi decenni, in parte a causa dei cambiamenti nello stile di vita e nell’alimentazione. In molti casi, i calcoli renali si formano nuovamente, aumentando il rischio di sintomi ricorrenti.
In passato si sapeva che i calcoli renali, soprattutto se piccoli, possono passare senza sintomi. Tuttavia, sono state condotte poche ricerche sulla frequenza con cui ciò avviene e su quali calcoli vengono espulsi senza dolore.
Analisi completa dell’escrezione non rilevata di calcoli renali
In un’analisi post-hoc dello studio NOSTONE, in cui sono stati coinvolti dodici centri di tutta la Svizzera, è stato analizzato per la prima volta in modo sistematico quanto spesso i calcoli renali vengono espulsi senza sintomi e quali fattori favoriscono questo fenomeno. Lo studio, finanziato dal Fondo Nazionale Svizzero per la Ricerca Scientifica (FNS) e dall’Inselspital, ha osservato un totale di 383 pazienti che avevano sofferto di calcoli renali almeno due volte negli ultimi dieci anni. I pazienti sono stati esaminati regolarmente e da vicino (ogni tre mesi) per un periodo di tre anni. Sono stati utilizzati metodi di esame come la tomografia computerizzata (TC), in grado di determinare con precisione se e come i calcoli renali si modificano.
Alto tasso di escrezione asintomatica dei calcoli
I risultati dell’analisi sono stati sorprendenti: il 36% dei calcoli eliminati dai pazienti esaminati era asintomatico, cioè i calcoli venivano espulsi dall’organismo senza che le persone interessate avvertissero dolore o altri sintomi. Si tratta di una percentuale inaspettatamente alta", afferma Daniel Fuster, primario del Dipartimento di Nefrologia e Ipertensione, classificando i risultati. È una buona notizia per i pazienti colpiti, perché ovviamente non tutti i calcoli che si staccano causano anche dolore".
Un altro risultato degno di nota dello studio è stato che le dimensioni dei calcoli passati inosservati non differivano significativamente da quelle dei calcoli che causavano dolore al momento del passaggio. Ciò significa che la dimensione del calcolo da sola non è un indicatore affidabile del fatto che un calcolo provochi o meno sintomi.
Nuovi approcci per il trattamento dei calcoli renali
I risultati di questa analisi post-hoc sollevano la questione di come migliorare in futuro il trattamento dei pazienti con calcoli renali. Poiché la dimensione dei calcoli non è l’unico fattore decisivo, si dovrebbero prendere in considerazione altri criteri per decidere se e quando rimuovere un calcolo. Ad esempio, la posizione esatta del calcolo nel tratto urinario o la sua composizione. Lo studio dimostra che, oltre alle dimensioni, ci sono altri fattori non ancora del tutto chiariti che determinano se un calcolo provoca o meno dolore. Questo significa che in futuro potremo essere più cauti negli interventi invasivi se i calcoli non causano sintomi", continua Fuster. Sono necessari ulteriori studi per fare previsioni più accurate su quali calcoli rimarranno asintomatici e quali potrebbero causare problemi".