Negli ultimi decenni, gli organismi geneticamente modificati (OGM) tradizionali consistono nell’inserimento di interi geni di altre specie (ad esempio, un gene batterico inserito nel genoma di una pianta) per ottenere caratteristiche vantaggiose. Lo scopo è, ad esempio, quello di rendere una pianta resistente ai parassiti o ai cambiamenti climatici, o di migliorarne la resa. Nell’Unione Europea (UE) e in Svizzera, gli OGM sono attualmente vietati dalla coltivazione e dal consumo. L’applicazione di questa legislazione è generalmente semplice dal punto di vista tecnico, poiché è relativamente facile distinguere un gene estraneo (batterico, ad esempio) da un gene vegetale o animale.
Con l’avvento delle NGT, l’UE e la Svizzera si stanno orientando verso una legislazione più flessibile. Le NGT non utilizzano più geni estranei per introdurre caratteristiche vantaggiose. Al contrario, le proprietà desiderate possono essere ricercate all’interno della stessa specie, utilizzando le forbici molecolari (CRISPR-Cas9, la cui scoperta è stata premiata con il Nobel). Poiché le modifiche non avvengono più sulla scala di interi geni, ma su porzioni di essi, il rilevamento diventa più delicato per determinare cosa sia una modifica significativa e cosa no.
Come autorizzare le NGT
Il dibattito politico nell’UE e in Svizzera si sta orientando verso l’autorizzazione delle NGT, pur mantenendo il divieto di modifica genetica convenzionale", spiega Daniel Croll. Secondo la proposta, sarebbero autorizzate fino a 20 modifiche di base (di singole lettere del codice genetico), note come "NGT-1". Se la modifica è più estesa, rimarranno in vigore regole severe. Queste modifiche sarebbero chiamate "NGT-2". ’Sebbene questo allentamento sia una buona notizia per i sostenitori dell’implementazione del NGT nella produzione agricola, molte domande rimangono senza risposta. Una delle domande più pertinenti è come funzionerà l’applicazione. In altre parole, ci saranno soluzioni tecniche per determinare se la NGT è stata applicata solo a 20 basi (NGT-1) o a un numero maggiore (NGT-2)?
Queste sono le domande che Daniel Croll affronterà nell’ambito del progetto DETECTIVE, che ha un budget totale di 6,6 milioni di euro, di cui più di 500.000 euro da UniNE. Il nostro obiettivo è quello di sviluppare strumenti che facilitino la distinzione tra i tipi di NGT, ma anche di mostrare quali sono i limiti da non superare. In altre parole, in quale fase la tracciabilità non sarà possibile, anche con gli approcci più avanzati. ’