
"Negli ultimi anni, il numero di medici diplomati in Svizzera è passato da circa 900 a 1.350, un aumento significativo, ma ancora insufficiente rispetto al fabbisogno attuale e futuro - ha commentato il Professor Giovanni Pedrazzini - Oggi, il territorio svizzero soffre di una marcata carenza di medici, soprattutto di medici di famiglia, ma in futuro verranno a mancare anche quelle figure che per anni sono giunte in Svizzera dai Paesi limitrofi. Il problema principale risiede nella mancanza di dialogo e coordinamento tra le università, che formano i medici, e gli ospedali, che li assumono e li specializzano". Come spiegato dal Decano Pedrazzini, questi due mondi negli ultimi due anni hanno operato in modo autonomo, senza dialogare e cercare una strategia comune.
Analizzando i risultati ottenuti dalla Facoltà da lui diretta, il Decano Pedrazzini constata come la direzione percorsa sia quella giusta: "Gli studenti che scelgono di venire in Ticino ottengono buoni risultati: nei primi due anni, tutti sono stati promossi all’esame federale. La qualità della formazione è elevata e i parametri di confronto con gli altri centri universitari svizzeri, tra i migliori al mondo, confermano l’eccellenza del percorso offerto. Tuttavia, permangono alcune sfide, in particolare nel reclutamento degli studenti". La Facoltà di scienze biomediche si propone di formare 72 studenti all’anno, tuttavia tale numero non è ancora stato raggiunto. Attrarre studenti dal resto della Svizzera, come spiegato dal Prof. Pedrazzini, non è una sfida facile, ciononostante è a questo obiettivo che la Facoltà sta lavorando. Come illustrato dal Decano, sono molti i motivi per i quali uno studente dovrebbe scegliere di svolgere il suo percorso di studi in Ticino: "L’obiettivo è offrire un percorso che rappresenti un plusvalore rispetto ad altre università svizzere, già altamente quotate. Per rendere la nostra offerta più appetibile, puntiamo su un modello formativo differenziato, che si basa su piccoli gruppi di studenti e su un’intensa attività clinica. Quest’ultimo aspetto, in particolare, è un elemento distintivo che non tutte le altre università riescono a garantire. Lo studente sceglie il Ticino quando percepisce che da noi può trovare un valore aggiunto alla sua formazione. Inoltre, è importante sottolineare un altro aspetto cruciale per la nostra facoltà: la possibilità di avvicinare rapidamente i giovani studenti alla ricerca d’alto livello. Il futuro del Ticino si sta orientando sempre più verso la ricerca in ambito biomedico, e la facoltà gioca, insieme ai numerosi altri partner, un ruolo importante in questo processo".
La presenza di un Master in medicina in Ticino non rappresenta solo un vanto a livello accademico, ma anche un beneficio per il territorio e per gli ospedali della regione: "Il beneficio per il territorio è duplice: nel breve termine, questa ’ventata d’aria fresca’ aiuta a migliorare la qualità dei diversi servizi, spronati a esprimersi al meglio di fronte a giovani studenti desiderosi di imparare e di conoscere ’role models’. Nel lungo termine, il master potrebbe creare una generazione di medici formati con un forte senso di identità e appartenenza territoriale. Anche se molti di loro torneranno in altre regioni della Svizzera, è prevedibile che una parte rimanga in Ticino".
Rispetto al passato la qualità della sanità in Ticino è notevolmente migliorata: "La sanità ticinese oggi è pienamente all’altezza degli ospedali universitari svizzeri, un risultato frutto di una visione strategica avviata negli anni ’90. In quel periodo, il Ticino ha preso coscienza della necessità di trattenere i pazienti che altrimenti si sarebbero rivolti agli ospedali della Svizzera interna. Per raggiungere questo obiettivo, si è deciso di investire nella creazione di strutture di eccellenza, iniziando con settori chiave come oncologia, cardiologia e neurologia, e ampliando progressivamente l’offerta ad altri servizi. Oggi il Ticino ha colmato gran parte del divario che lo separava dagli ospedali universitari, in particolare con Zurigo, che rappresenta la struttura di riferimento più vicina. Fatta eccezione per alcune aree altamente specialistiche, il livello delle cure offerte in Ticino è ormai comparabile a quello delle migliori istituzioni svizzere". Un simile risultato, ha spiegato il Professor Pedrazzini, è stato possibile anche grazie alla proficua collaborazione tra USI ed Ente ospedaliero cantonale (EOC). "L’EOC riveste un ruolo fondamentale. Senza il suo contributo, nulla di quanto discusso finora sarebbe stato possibile. In un certo senso, è il ’fratello maggiore’ della Facoltà, e un partner stretto e imprescindibile dell’Università, che sostiene e accompagna ogni passo del nostro percorso. Dal punto di vista della formazione, l’EOC ha una missione istituzionale chiara e cruciale: non solo garantire cure di qualità, ma anche promuovere, insieme all’Università, la formazione e la ricerca".
L’Intervista completa al Professor Giovanni Pedrazzini, realizzata da Francesco Pellegrinelli per Il Corriere del Ticino, è disponibile al seguente.