
Signora Dannath, nel 1991 all’ETH c’erano solo cinque professori donna. Qual è oggi il rapporto di genere all’ETH?
Di recente è stato pubblicato il Monitoraggio dell’uguaglianza dell’ETH. Il rapporto mostra che ci sono aree che si stanno sviluppando in una direzione positiva, e ne sono felice. Soprattutto per quanto riguarda le cattedre: nel 2023, due terzi delle nuove nomine saranno di donne. È un dato molto positivo. Questo dato, tuttavia, non deve nascondere il fatto che la percentuale di professori donne all’ETH è ancora bassa. Attualmente, solo una cattedra su cinque all’ETH è occupata da una donna. La strada da percorrere è ancora lunga...
Tuttavia, la crescita della percentuale di donne è notevole. Come lo spiega?
Oltre a un impegno generale del Consiglio di amministrazione, questo sviluppo è certamente dovuto anche a misure specifiche: Dal 2021, ad esempio, le commissioni di nomina devono includere almeno tre docenti donne e un membro della commissione assume il ruolo di "Gender and Diversity Advocate". Il Presidente ha inoltre la possibilità di nominare direttamente ricercatrici di spicco. È evidente che il nostro impegno comincia a dare i suoi frutti.
Quali aree non si stanno sviluppando come vorreste?
Ad esempio, negli ultimi anni è cambiato ben poco tra gli studenti. Sia a livello di laurea che di master, la percentuale di donne è rimasta costante per anni intorno al 30%. Questo è tanto più deplorevole in quanto le studentesse di oggi saranno i futuri professori...
Da dove iniziare?
Purtroppo, un approccio univoco non ha molto senso in questo caso. Se si osservano più da vicino le cifre, ci si rende subito conto che ci sono grandi differenze tra i vari dipartimenti. Ci sono corsi di laurea con una percentuale di donne del 50-60% fino al livello post-dottorale, dopodiché le cifre crollano - la classica conduttura che perde. D’altra parte, in materie come l’informatica, vediamo che le donne sono ancora chiaramente in minoranza a livello di laurea e di master. Tuttavia, in questo caso non si osserva praticamente alcuna "leaky pipeline", ossia la percentuale di donne in queste materie rimane più o meno costante tra i vari livelli. A seconda della situazione iniziale, occorre quindi sviluppare e attuare misure di sostegno diverse nei singoli dipartimenti.
Come pensa che si svilupperà l’area dell’uguaglianza di genere e delle pari opportunità all’ETH nei prossimi anni?
Sono convinta che riusciremo a mantenere lo slancio degli ultimi anni e a garantire che tutti, indipendentemente dal loro genere, possano sviluppare in modo ottimale il proprio potenziale e perseguire il proprio percorso formativo e professionale in modo autodeterminato. Tuttavia, noi come ETH non possiamo influire da soli su questo obiettivo, che richiede l’impegno di tutta la società. Il 14 giugno è un giorno importante per ricordarlo.