È noto che le cellule B della memoria persistono per tutta la vita e si differenziano rapidamente in plasmacellule produttrici di anticorpi quando incontrano l’antigene. Tuttavia, la struttura clonale delle cellule B di memoria e la loro relazione con le plasmacellule generate di recente sono ben lungi dall’essere comprese.
Isolando le cellule B della memoria circolanti e i plasmablasti da due adulti sani su un periodo di diversi anni e utilizzando il sequenziamento di singole cellule, è stato possibile definire le famiglie clonali e ricostruire gli alberi genealogici clonali.
Questo studio ha rivelato tre risultati inediti: è stato scoperto che il repertorio delle cellule B della memoria è dominato da grandi famiglie clonali che producono IgM, IgA e IgG2. Invece le famiglie che producono IgG1, comprese quelle che codificano anticorpi per gli antigeni di richiamo, sono minori. L’analisi ha dimostrato la stabilità del pool di cellule B della memoria in tutte le sue sottopopolazioni. È stata anche dimostrata la continua generazione di plasmablasti specifici per antigeni di richiamo come il virus del morbillo o il tossoide tetanico in assenza di una recente esposizione.
Nel complesso, questi risultati supportano un modello in cui l’attivazione delle cellule B della memoria genera continuamente plasmablasti a basso tasso, contribuendo così al mantenimento delle plasmacellule del midollo osseo e dei livelli sierici di anticorpi.
Lo studio condotto da Federica Sallusto (IRB-USI, Bellinzona e ETH di Zurigo) e Antonio Lanzavecchia (Istituto Nazionale di Genetica Molecolare, Milano, Italia) in collaborazione con Humabs BioMed (filiale di Vir Biotechnology), è stato pubblicato su Nature Immunology.
L’articolo è disponibile al seguente link Clonal structure, stability and dynamics of human memory B cells and circulating plasmablasts .
Full article - ’022 -01230-1
Research briefing - ’022 -01240-z