Il salario minimo ticinese si avvicina alla conferma definitiva. Il Consiglio di Stato ha infatti licenziato il messaggio sulla valutazione del suo impatto, basato su uno studio condotto dall’Istituto di ricerche economiche (IRE) dell’Università della Svizzera italiana (USI), riscontrando che non vi sono "effetti particolari tali da impedire l’entrata in vigore della forchetta definitiva". Se il Gran Consiglio approverà, dal 1 gennaio 2025 il salario minimo sarà compreso tra i 20 e i 20,50 franchi all’ora.
La legge sul salario minimo, approvata nel 2015 e entrata in vigore nel 2021, richiedeva una valutazione del suo impatto entro il 30 giugno 2024. In quest’ottica, il Consiglio di Stato si è basato su uno studio condotto dall’ Istituto di ricerche economiche (IRE) dell’USI. Dallo studio è emerso che, dopo l’introduzione della legge, nei settori più esposti il salario orario è aumentato del 36%, percentuale da intendersi come un limite superiore. "Con riferimento ai lavoratori sotto al salario minimo nel gruppo dei trattati, tale aumento comporta il passaggio da un salario medio di 17,25 franchi all’ora a uno di 23,46", si legge nel rapporto dell’istituto dell’USI. "L’aumento interessa tutte le classi di salario attorno al salario minimo, non unicamente quelle inferiori, con ricadute positive anche sui salari superiori a quello di legge".
Nella sua analisi, l’IRE ha riscontrato che la legge ha avuto un "impatto positivo e statisticamente significativo sui redditi nei settori del secondario e in particolare per alcune attività della manifattura", con un aumento medio del 3,4% nel 2022. Questo incremento ha riguardato principalmente i lavoratori stranieri. "Nell’insieme - prosegue il rapporto - si può concludere che la Legge sul salario minimo ha portato a un aumento dei redditi, principalmente per i lavoratori stranieri". Un risultato che "non dovrebbe sorprendere, in quanto questa categoria di lavoratori era sovra-rappresentata nella fascia salariale inferiore al salario minimo". Al netto di questa conclusione, nella sua analisi l’istituto dell’USI non ha rilevato un impatto statisticamente significativo sul numero totale di occupati e sulle imprese, così come sulla probabilità di rimanere occupati, inclusa quella dei giovani. "Il complesso dei risultati - recita il rapporto - non indica la presenza di effetti di sostituzione dovuti all’introduzione del salario minimo".
Il Governo, dal canto suo, ha proposto un aumento del salario minimo con l’intento di portare la forchetta a 20-20,50 franchi all’ora dal 1 dicembre 2024. L’Esecutivo ritiene che sia necessario riconoscere un aumento in ragione dell’andamento dei salari effettivamente corrisposti nell’economia privata, e nel contempo tenere conto delle difficoltà congiunturali che si stanno profilando. Come ha ribadito il consigliere di Stato Christian Vitta, sempre sulla base dello studio dell’IRE, la situazione andrà in ogni caso costantemente monitorata. "L’analisi rileva come al momento sia prematuro trarre conclusioni definitive sugli effetti strutturali del salario minimo a medio-lungo termine". L’ultima parola, suggerivamo, spetta ora al Gran Consiglio.
Ultimo adeguamento del salario minimo approvato, pubblicato il rapporto IRE sull’impatto in Ticino
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