Dal Green- a Machinewashing, le informazioni ingannevoli entrano nell’era digitale

Al giorno d'oggi le persone sono tendenzialmente più avvedute rispetto al cosidetto 'ecologismo di facciata' grazie alla maggiore consapevolezza sui metodi e le tecniche di greenwashing , già osservate a partire dagli anni '60 del secolo scorso, usate da molte aziende e organizzazioni. Tuttavia, il rapido sviluppo delle tecnologie digitali, dei big data , dell'intelligenza artificiale, dell'apprendimento automatico ecc. pongono nuove sfide in termini di "etica digitale", lasciando piuttosto incerto il modo in cui queste tecnologie - e quelle in divenire - impatteranno la società e l'economia. Il Prof. Peter Seele della Facoltà di comunicazione, cultura e società dell'USI è un esperto di etica aziendale che ha studiato a lungo la questione del greenwashing e che ora ha sviluppato un nuovo modello per identificare le tecniche di ' machinewashing '. Secondo le prime definizioni emerse solo di recente (nel 2019), il machinewashing è essenzialmente una nuova forma di comunicazione ingannevole usata tipicamente dai giganti della tecnologia per rassicurare le persone e le istituzioni sulle loro buone intenzioni nello sviluppo di tecnologie digitali e sistemi informativi avanzati che utilizzano intelligenza artificiale. Tutto ciò per tentare di affrontare le crescenti preoccupazioni su questioni come: robot e sistemi informatici che sostituiscono la manodopera umana; auto a guida autonoma non affidabili; sorveglianza di massa; la gig economy che erode lo stato sociale.
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