Il Consiglio federale raccomanda di respingere l’iniziativa sulla responsabilità ambientale senza opporvi un controprogetto diretto o indiretto. Il 17 maggio, ha incaricato il Dipartimento federale dell-ambiente, dei trasporti, dell-energia e delle comunicazioni (DATEC) di presentare al Governo un progetto di messaggio in questo senso.
Secondo il Consiglio federale, considerato il termine di entrata in vigore molto breve, il testo comporterebbe forti limitazioni della libertà di scelta individuale. Inoltre, la sua attuazione genererebbe costi non sopportabili per la società e l’economia, soprattutto per i settori dell-alimentazione e dell-agricoltura, dell-approvvigionamento energetico, dell-abbigliamento e dell-alloggio.
Disposizioni esistenti
Il Consiglio federale rimanda alle diverse disposizioni sullo sviluppo sostenibile già contenute nella Costituzione federale. Il Consiglio federale e il Parlamento hanno inoltre definito diversi obiettivi e introdotto misure volte a garantire un uso più parsimonioso delle risorse naturali. L’iniziativa parlamentare «Rafforzare l’economia circolare svizzera», in fase di elaborazione in Parlamento, punta a questi obiettivi. Lo stesso vale anche per la Strategia per uno sviluppo sostenibile 2030, la Strategia climatica a lungo termine, il rapporto sul futuro orientamento della politica agricola svizzera e la Strategia sul clima per l’agricoltura e l’alimentazione. Il Consiglio federale intende proseguire su questa strada.
Preservare le risorse naturali
L’iniziativa popolare sulla responsabilità ambientale va oltre, stabilendo dei limiti per l’economia. Secondo l’iniziativa, le attività economiche dovrebbero svolgersi entro i limiti imposti dalla natura e dalla sua capacità di rigenerazione.
La Svizzera dovrebbe produrre e importare in maniera rispettosa delle risorse naturali. Inoltre, entro dieci anni dovrebbe ridurre il suo impatto ambientale derivante dal consumo. Tale misura le permetterebbe di rispettare i limiti del pianeta soprattutto nei settori seguenti: cambiamenti climatici, perdita di biodiversità, consumo d’acqua, uso del suolo e apporti di azoto e fosforo.
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