Sulle pagine del quotidiano LaRegione, Luciana Castelli del Dipartimento formazione e apprendimento e Francesca Lionetti dell’Università degli Studi di Chieti-Pescara, presentano il tema dell’Alta Sensibilità e degli studi sviluppati in Ticino per studiarla nelle scuole elementari.
Gli studi dimostrano che l’Alta Sensibilità non è una patologia, ma una caratteristica della personalità, che appartiene a molti di noi. Si stima infatti che circa il 30% della popolazione sia altamente sensibile, già nelle nostre classi di scuola elementare, 3 bambini o bambine su 10 sono altamente sensibili.
Se non adeguatamente comprese, le Persone Altamente Sensibili hanno una maggiore probabilità di sviluppare disturbi come ansia e depressione, soprattutto se l’ambiente di crescita e di vita non è percepito come sufficientemente positivo. È importante, dunque, che le persone stesse oltre alla famiglia e, nel caso di allievi e allieve, il corpo docente sia consapevole di questa caratteristica, riesca a comprenderla e a valorizzarla.
Nel 2019 ha preso avvio in Ticino un progetto di ricerca finalizzato a comprendere l’alta sensibilità nelle classi di scuola elementare e a fornire maggiori risorse ai docenti e alle docenti. Il progetto è stato ideato e proposto dalla Queen Mary University di Londra, finanziato dalla Fondazione Jacobs e svolto dal Dipartimento formazione e apprendimento (DFA). L’iniziativa ha toccato 11 istituti scolastici, 17 docenti e oltre 250 famiglie su tutto il territorio ticinese.
Oggi il DFA prosegue il suo approfondimento con il progetto Bambini Altamente Sensibili a Scuola sostenuto dal DECS, che interessa 15 classi di seconda elementare per un totale di circa 250 bambini e bambine. L’obiettivo è sviluppare insieme agli insegnanti e alle insegnanti delle strategie efficaci per riconoscere, accogliere e valorizzare l’Alta Sensibilità in classe, trasformandola da potenziale punto di debolezza a risorsa e punto di forza.