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La Dottoressa Gianna Carla Riccitelli studia i meccanismi cerebrali responsabili delle funzioni percettive, motorie e cognitive in malattie neurologiche e psichiatriche, e da tempo si occupa di neurostimolazione (in particolare, di stimolazione magnetica transcranica), una pratica clinica nella quale l’arte-terapia può essere integrata con successo. "La neurostimolazione prevede la stimolazione del cervello in modo non invasivo, per ridurre i sintomi causati da malattie o da traumi cranici, come nel caso di ictus o incidenti. In questo contesto, l’arte-terapia ha un ruolo pratico importante: può essere utilizzata, ad esempio, per favorire la partecipazione al trattamento di persone che hanno difficoltà a rimanere ferme durante la terapia". La Dottoressa Riccitelli ricorda ad esempio il caso di una paziente con trauma cranico che aveva difficoltà a rimanere ferma durante il trattamento e che, grazie all’ascolto di brani musicali da lei precedentemente selezionati, è invece riuscita a contenere l’agitazione.
Le attività artistiche possono apportare dei benefici anche nel caso di alcune malattie degenerative, come il morbo di Parkinson, migliorando alcuni disturbi non motori. "Abbiamo evidenze che dimostrano l’efficacia della pittura e della scultura nel ridurre disturbi visivi e percettivi in pazienti con la malattia di Parkinson. Queste persone, inoltre, possono manifestare scarsa coordinazione dei movimenti e difficoltà a iniziare il cammino, per affrontare queste problematiche, oltre ai farmaci, si può ricorrere all’utilizzo del cosiddetto "trascinamento ritmico", ovvero la nostra tendenza a sincronizzare i movimenti con il ritmo regolare della musica, alimentando un aumento di connessioni tra il sistema uditivo e il sistema motorio. Così, i pazienti sono indotti a eseguire i loro movimenti a cadenza regolare, e a migliorarli".
La Dottoressa Riccitelli è dunque convinta che le attività artistiche possano affiancare a pieno titolo le cure mediche tradizionali, diventando una vera e propria forma di trattamento, calibrata in modo differente a seconda dello stadio della malattia. L’opinione della docente dell’USI sembra essere sempre più condivisa: "In generale stiamo assistendo a un cambiamento nella percezione dell’utilizzo delle forme artistiche nei contesti medici. In Canton Ticino, per esempio, si sta adottando un approccio positivo con diversi progetti di musicoterapia per i pazienti affetti dal morbo di Parkinson, e numerosi trattamenti di arte-terapia in reparti pediatrici".
A beneficiare degli effetti dell’arte-terapia non sono solo i pazienti, ma anche tutto il loro entourage. Si tratta inoltre di trattamenti economici, che non richiedono risorse o setting particolari. Ciò che conta è invece la corretta formazione dei terapisti, che devono conoscere adeguatamente i "meccanismi cerebrali coinvolti nell’arte-terapia, per poter pianificare interventi personalizzati ed efficaci".
L’intervista completa alla Dottoressa Gianna Carla Riccitelli, curata da Valeria Camia e pubblicata su Ticino Scienza, è disponibile al seguente.