Lo studio JAMES: una finestra sul rapporto tra giovani e media in Svizzera

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© Ron Lach
© Ron Lach
Dal 2010, l’Istituto di Media e Giornalismo ( IMeG ) dell’Università della Svizzera italiana (USI) è responsabile per la Svizzera italiana dello studio nazionale JAMES (Jugend, Aktivitäten, Medien - Erhebung Schweiz), che indaga l’uso dei media da parte di adolescenti tra i 12 e 19 anni su suolo elvetico. Lo studio è svolto in collaborazione con Zürcher Hochschule für Angewandte Wissenschaften (ZHAW), il Département de sociologie dell’Université de Genève e il Medienpädagogischer Forschungsverbund Südwest in Germania.  

Nell’ambito dello studio pubblicato nel 2024, sono state evidenziate alcune tendenze riassunte nei punti elencati di seguito.

Intelligenza artificiale e vita quotidiana  

L’intelligenza artificiale (IA) sta rapidamente diventando parte integrante della vita mediale delle nuove generazioni. Il 71% dei giovani in Svizzera ha già usato strumenti di intelligenza artificiale come ChatGPT, e il 34% li usa almeno una volta a settimana. Più di un quinto dei giovani sfrutta queste applicazioni come fonte informativa, integrandole nelle attività quotidiane di ricerca e apprendimento. Lo scenario che si profila è ricco di potenzialità per l’accesso immediato e personalizzato alle informazioni, ma anche di rischi nel caso in cui i giovani si fidino acriticamente di questi strumenti. Diventa sempre più cruciale educare i giovani a usare l’IA in modo consapevole, insegnando loro a verificare le fonti e la correttezza delle informazioni ricevute. 

I social media per intrattenersi e informarsi 

WhatsApp, Snapchat, Instagram e TikTok sono strumenti centrali nella vita digitale dei giovani in Svizzera, indipendentemente dall’età, dal sesso o dal background sociale. La preferenza generale per applicazioni basate sulle immagini sottolinea l’importanza dei contenuti visivi e interattivi per i giovani. Va poi sottolineato che social media e applicazioni di messagistica sono usati sia per intrattenersi, che per informarsi. Questi, però, non sono strumenti neutri. Il controllo esercitato dagli algoritmi su queste piattaforme influenza significativamente quali informazioni i giovani ricevono e condividono, contribuendo a definire i temi di discussione e a plasmare il loro modo di vedere il mondo. Per questo va rinforzata l’educazione mediale per consentire ai giovani di usarle e valutarle in modo critico. 

Aspetti problematici 

La maggior parte dei giovani intervistati non sembra ancora aver avuto esperienze negative significative con i media, ma emergono alcune criticità che richiedono attenzione. Quasi un quarto dei giovani ha subito offese o insulti ripetuti, tramite messaggi privati. È significativo osservare che non ci sono quasi differenze nei risultati tra chi pratica attivamente il cybermobbing e chi ne è vittima. Una possibilità è che molti giovani si trovino a ricoprire entrambi i ruoli. Le molestie sessuali crescono con l’età e colpiscono in particolare le ragazze. Questi dati sottolineano l’urgenza di promuovere la sicurezza digitale già a partire dalle scuole primarie. 
Ci sono poi rischi nascosti nei mondi ludici frequentati dai giovani. Otto giovani su dieci giocano abitualmente ai videogiochi con una preferenza netta per i giochi gratuiti come Brawl Stars. Tuttavia, questi giochi in diversi casi usano strategie progettate per influenzare il comportamento dei giocatori. Ad esempio, le ricompense casuali per incentivare a continuare a giocare, le monete virtuali che rendono difficile capire quanto si sta realmente spendendo e la natura collettiva di alcuni momenti del gioco che incoraggiano una partecipazione regolare per non deludere il gruppo. La presenza di queste strategie manipolative solleva interrogativi etici e invita genitori e autorità a vigilare per garantire un ambiente di gioco più sicuro. 

Un progetto con un impatto concreto 

I risultati dello studio JAMES non si limitano al contesto accademico: i dati raccolti alimentano la piattaforma nazionale Giovani e Media , un’iniziativa volta a sostenere genitori e specialisti nell’accompagnare i minori verso un uso sicuro e responsabile dei media digitali. Per questa piattaforma, il team di ricercatori coinvolti nello studio JAMES collabora alla stesura di guide pratiche, come " Competenze mediali. Raccomandazioni per l’utilizzo dei media digitali ", contribuendo a tradurre la ricerca in strumenti utili per la società. 

Leggi il rapporto JAMES 2024 completo a questo .