Davanti alla medicina siamo tutti uguali? Dipende da diversi fattori, tra i quali anche il nostro sesso e il nostro genere. Il tema è stato oggetto di approfondimento durante una puntata de Il Quotidiano, in onda su RSI, con in studio la professoressa Susanna Grego, cardiologa responsabile dell’unità Malattie cardiovascolari rare presso Cardiocentro Ticino e titolare del corso "Sex and Gender Medicine" all’USI.
Le cure sempre più personalizzate con particolare attenzione alle necessità dettate da genere e sesso del paziente portano sempre più spesso a parlare di medicina di genere. Con medicina di genere si intende un approccio alla pratica medica che tiene conto delle differenze biologiche, sociali e culturali tra i sessi (maschio e femmina) e tra le identità di genere, al fine di fornire cure e trattamenti più personalizzati ed efficaci. Questo approccio riconosce che uomini e donne possono manifestare diverse sintomatologie, rispondere in modo diverso ai trattamenti e avere diverse predisposizioni genetiche per alcune malattie, come per esempio l’infarto. Secondo recenti dati l’infarto (entro 30 giorni dall’episodio) nelle donne ha una mortalità doppia (11.8%) rispetto a quella maschile (4.8%).
Sempre in relazione all’infarto è emerso che le donne sotto i 55 anni sono prese a carico in ritardo rispetto agli uomini. Questi dati sottolineano proprio la rilevanza che hanno sesso e genere nella presa a carico dei pazienti, come spiega la professoressa Susanna Grego.
Uno degli obiettivi del corso "Sex and Gender Medicine" all’USI, è quello di sensibilizzare gli studenti sull’importanza delle differenze di genere nella presa a carico di pazienti e favorire la consapevolezza sul tema per non cadere nei pregiudizi. Nel servizio l’intervista a Carlotta Cimiotti e Alina Häfliger, studentesse in medicina presso la Facoltà di scienze biomediche dell’USI.
Di seguito trovate il video dell’edizione de Il Quotidiano del 21 agosto 2023.
Medicina di genere tra consapevolezza e sensibilizzazione
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