Quando statistica rima con cultura

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© olia danilevich
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È possibile unire il mondo della statistica e quello della cultura’ Se ne è parlato nel corso di un seminario organizzato dal DECS. Stefano Scagnolari, Docente-ricercatore della Facoltà di scienze economiche dell’Università della Svizzera italiana (USI) ha spiegato ai microfoni del Quotidiano (RSI) come questi due settori possano unirsi a beneficio del turismo.

Qual è il punto di convergenza tra due mondi, quello razionale della statistica da un lato e quello della cultura dall’altro, che sembrano agli antipodi’ La risposta è molto più concreta e semplice di quanto si possa pensare e l’ha fornita, almeno in parte, un seminario organizzato dal DECS. La chiave sembra risiedere nell’incrociare i dati matematici con dati di tipo culturale, come spiegato da Stefano Scagnolari, Responsabile dell’ Osservatorio del turismo dell’USI (O-Tur): " Quando si analizza il fenomeno del turismo i numeri non bastano per capire l’esperienze di una persona. Gli indicatori tipici che utilizziamo, ad esempio gli arrivi o i pernottamenti, ma anche la spesa turistica, non danno informazioni rispetto alle motivazioni dei turisti". Affinché le analisi portino un valore aggiunto, ha spiegato il ricercatore, è però necessario comprendere anche questi aspetti, che possono emergere unicamente unendo a un’analisi puramente matematica e statistica un approccio più culturale e umanistico. Per poter orientare efficacemente le politiche turistiche i dati tradizionali devono dunque essere incrociati con altre informazioni, ad esempio la provenienza, le motivazioni che spingono le persone a viaggiare oppure il livello di istruzione.

"La statistica può essere uno strumento importante per un settore come il turismo, in quanto aiuta a orientare le decisioni riducendo l’incertezza legata alle scelte per il futuro. I numeri, i dati e la loro analisi ci permettono di fare questo tipo di esercizio".