Una collaborazione svizzera è stata designata come membro della rete CoViNet dell’OMS per l’individuazione e la sorveglianza precoce dei coronavirus.

La crisi del COVID-19, con i suoi 7 milioni di morti in tutto il mondo, ha dimostrato l’importanza della diagnosi precoce per un’efficace attuazione delle politiche di salute pubblica. Ha portato la parola "coronavirus" nel vocabolario quotidiano, ma la SARS-CoV-2 non è affatto l’unico di questa famiglia a minacciare gli esseri umani.
Lanciata all’inizio del 2024, la Rete OMS per i coronavirus (CoViNet) ha l’obiettivo di rilevare, monitorare ed effettuare analisi genetiche approfondite dei coronavirus e delle loro varianti nell’uomo e negli animali. La rete è attualmente in fase di implementazione in più di 20 Paesi nei cinque continenti. Migliorerà la valutazione del rischio, lo scambio di informazioni e le misure preventive contro i coronavirus emergenti e circolanti. Il suo lavoro informerà le azioni dell’OMS e le decisioni politiche a livello nazionale e globale.
Il Centro per le malattie virali emergenti dell’Università di Ginevra e l’HUG e l’Istituto di virologia e immunologia (IVI) entrano oggi a far parte di CoViNet. Le due organizzazioni collaborano dal 2020 nello studio dei coronavirus. Insieme, lavoreranno sulle nuove varianti e sull’efficacia dei vaccini disponibili per combatterle. Il lavoro dei due team si baserà sull’approccio integrativo One Health, che mira a bilanciare e ottimizzare in modo sostenibile la salute di persone, animali ed ecosistemi.
Mettere in comune le competenze
Il centro dell’Università di Ginevra e l’HUG lavoreranno più specificamente sui nuovi virus che emergono nell’uomo. Vogliamo capire meglio l’evoluzione del virus. Dal 2021 coordiniamo la sorveglianza nazionale della SARS-CoV-2 in tutta la Svizzera. La nostra ricerca mira a capire se e perché le nuove varianti del virus sfuggono agli anticorpi dei vaccini o dell’infezione e se i test diagnostici danno ancora risultati affidabili", spiega Isabella Eckerle, co-direttrice del centro, che guiderà le attività di CoViNet a Ginevra.
L’équipe dell’IVI, in collaborazione con la Facoltà di Vetsuisse e il Centro Multidisciplinare di Malattie Infettive (MCID) dell’UNIBE, si concentrerà sulla comparsa di questi virus nell’uomo e negli animali. Il progetto si avvale di molti anni di ricerca all’avanguardia sui coronavirus e sui meccanismi fondamentali con cui il nostro sistema immunitario interagisce con il virus. L’obiettivo delle nostre attività è valutare i rischi associati ai coronavirus e alle loro varianti. In particolare, quali geni virali possono rendere le varianti più pericolose o permettere loro di sfuggire al nostro sistema immunitario", spiega Volker Thiel, responsabile della Divisione di Virologia dell’IVI e professore presso la Facoltà di Vetsuisse dell’UNIBE.
Isabella Eckerle è professore associato presso il Dipartimento di Medicina della Facoltà di Medicina dell’Università di Ginevra e co-direttore del Centro per le malattie virali emergenti (UNIGE-HUG). È specializzata in virus zoonotici, in particolare coronavirus. Durante la pandemia COVID-19, il suo gruppo di ricerca è stato uno dei laboratori di riferimento dell’OMS per lo sviluppo e la convalida dei test diagnostici in Svizzera. Ha partecipato a diversi gruppi di esperti.
Capo della Divisione di Virologia dell’Istituto di Virologia e Immunologia (IVI) e professore all’UNIBE, Volker Thiel è specializzato nella biologia dei coronavirus. Ha svolto numerose ricerche, in particolare sulla loro replicazione e sulle risposte immunitarie associate. Durante la pandemia, è stato membro della Task Force scientifica nazionale svizzera e attualmente è membro del Gruppo di consulenza tecnica dell’OMS sull’evoluzione del virus SARS-CoV-2.
Un’evoluzione necessaria
La rete CoViNet è un’estensione dei "laboratori di riferimento" designati dall’OMS a partire dal 2020, a cui si sono aggiunti nel 2023 il Centro per le malattie virali emergenti dell’Università di Ginevra e l’HUG. La loro missione iniziale era quella di fornire test ai Paesi con scarse o nulle capacità in questo settore. Da allora, la necessità di monitorare l’evoluzione del virus e delle sue varianti è diventata imperativa, e con essa l’esigenza di ampliare gli obiettivi di questi laboratori per includere la salute degli animali e il monitoraggio ambientale. Per creare questa nuova rete di laboratori, l’OMS ha lanciato un bando CoViNet nell’autunno del 2023.